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La lamentela che sento più spesso dai miei “clienti umani” riguardo al proprio cane è: “non voglio che faccia questo”. Una variante è quella “come faccio a fargli smettere di fare questo?”.
I comportamenti indesiderati sono, di solito:
- cane tira al guinzaglio
- cane abbaia troppo
- cane sale sul tavolo per rubare cibo
- cane ulula quando resta solo
- cane sporca in casa
- cane non va d’accordo con altri cani
- cane ringhia al proprietario
- cane salta addosso alle persone quando entrano in casa
- cane morde vestiti per giocare
- cane distrugge casa
e così via.
Focus perfetto su ciò che i proprietari non vogliono
I proprietari sono molto precisi nell’indicarmi ciò che non vogliono dal proprio cane. Il comportamento indesiderato del cane li destabilizza, li getta nella frustrazione e nell’insicurezza ed è comprensibile: il loro primo desiderio è che il cane non faccia quelle cose sgradite. Hanno fin troppo chiaro in testa il comportamento indesiderato e il loro focus è su come far cessare quel comportamento. La soluzione più diretta, in termini di addestramento cani secondo i proprietari è: interrompo quel comportamento. Come? Di solito in uno dei seguenti modi, più o meno cruenti:
- strattonare il cane al guinzaglio
- sgridare il cane
- punire il cane
- picchiare il cane con un giornale arrotolato
- mettere il muso del cane nelle feci del cane
- picchiare il cane
- confinare il cane
Il prezzo che il cane paga
Non entro qui nel merito se queste tecniche funzionino oppure no. Non mi interessa se funzionano. Quello che vorrei farti notare è quale impatto abbiano sul cane.
Queste “punizioni”, volte a far cessare ciò che i proprietari non vogliono, sortiscono l’effetto di minare l’autostima del cane, di danneggiare la sua fiducia in sé stesso e nel proprietario, di inibire il comportamento senza scoprirne la causa, di instillare nel cane il costante dubbio di fare la cosa sbagliata, compromettere la relazione cane-proprietario. Le reazioni del cane a queste punizioni variano da soggetto a soggetto: c’è il cane che si limiterà a considerare il proprietario un povero pirla, c’è il cane che reindirizzerà il comportamento indesiderato in un altro comportamento indesiderato, c’è il cane che diventerà aggressivo, c’è il cane che -per paura di sbagliare tutto- non farà più nulla. Questi sono i costi (per me altissimi) che un cane paga quando si interviene su ciò che i proprietari non vogliono.
Da ciò che i proprietari non vogliono a ciò che i proprietari vogliono
Quello che chiedo sempre di fare, in questi casi, è un piccolo cambio di mentalità: da ciò che i proprietari non vogliono a ciò che i proprietari vogliono.
Se anziché pensare “non voglio che il mio cane tiri al guinzaglio” penso “voglio che il mio cane in passeggiata sia rilassato e sereno” si verifica un cambiamento di prospettiva totale.
Il focus si sposta dal cercare di inibire il comportamento indesiderato al cercare di facilitare e rendere più frequente il comportamento appropriato.
Quando anziché punire il comportamento sgradito, i proprietari cominciano a rinforzare, premiandolo, il comportamento desiderato, nel cane accade questo: aumenta la sua autostima, impara a fidarsi di sé stesso e del proprietario, diventa consapevole delle sue capacità di apprendimento, diventa competente, migliora la relazione cane-proprietario.
Tutto qui?
No. Non è tutto qui. In questo post ho volutamente preso in considerazione solo l’aspetto, per così dire, esteriore. Ho voluto evidenziare il cambio di prospettiva epocale che avviene quando si comincia a spostare l’attenzione da un aspetto negativo (ciò che i proprietari non vogliono) ad uno positivo (ciò che i proprietari vogliono) e gli effetti diretti di questo cambiamento. C’è ancora tutto un altro mondo dietro, che è quello degli stati emotivi, relazionali, sociali, comunicativi e, secondo qualcuno, persino spirituali del cane. La strada è lunga e, in presenza di difficoltà col proprio cane, è sempre auspicabile l’intervento di un educatore cinofilo che accompagni i proprietari verso un maggior grado di consapevolezza. Ma è un primo passo importante e permette di lenire i problemi più macroscopici nella relazione col cane, in modo da poter intervenire poi a livello più profondo.
Cambiare mentalità: come fare?
Salire sulle spalle dei giganti
Primo consiglio: se state guardando un programma televisivo sui cani spegnetelo. La TV è fatta per vendere e incantare, non certo per formare.
Secondo passo: oltre al già citato consiglio di rivolgersi a qualcuno che si occupi di addestramento cani (avendo cura che sia in linea con quanto scritto sin qui), è fondamentale leggere.
I libri sono una grande risorsa e permettono di accedere ad una vasta conoscenza condivisa da chi ha studiato i cani per una vita intera e se ne intende molto più di altri (me incluso).
Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti. –Bernardo di Chartres
Nella comodità della propria casa, mentre Fido dorme, si può davvero imparare molto su di lui e capita non di rado (a me capita spesso) che leggendo un buon libro sui cani si abbia quell’intuizione della serie “cazzarola, non ci avevo mai pensato! Domani provo a fare così”.
Per me è tutto cominciato così. Leggendo un libro.
Magari potrà essere così anche per te e deciderai di intraprendere un percorso che ti porterà a diventare educatore cinofilo, come me. Ma se, leggendo uno dei testi qui sotto -che ti consiglio vivamente di ordinare subito cliccandoci sopra- cambierà in meglio la convivenza con il tuo cane, sarebbe già un risultato grandioso.
Libro n. 1:
Cambia la tua mente!, di Alexa Capra.
Alexa Capra è la mia insegnante e la stimo moltissimo. Molto di ciò che leggi su questo blog è il frutto degli insegnamenti che ho appreso da lei e non sarei chi sono (e non scriverei quello che scrivo) senza aver avuto la fortuna di studiare con lei. Alexa non parla di ciò che non conosce. Parla di sé e dei suoi cani con tutta l’esperienza di una persona che aiuta centinaia di cani ogni anno, da oltre vent’anni. Se dovessi citare una persona che ha saputo evolvere costantemente il proprio pensiero in ambito cinofilo per capire meglio la mente del cane, questa sarebbe sicuramente Alexa. In questo libro spiega, in modo avvincente, come e quanto un cambio nelle nostre prospettive si rifletta in un cambio nel rapporto col proprio cane. Ordinalo qui.
Libro n. 2:
Due mondi a confronto, di Jean Donaldson.
Quando si parla di passare da ciò che i proprietari non vogliono dal proprio cane a ciò che i proprietari vogliono, J. Donaldson ha avuto un’importanza enorme. In questo libro affronta espressamente il tema di questo post, guidando il lettore (con uno stile scorrevole e divertente) a capire meglio il proprio cane. Il libro è ricco di esercizi e di spiegazioni dettagliate su come insegnare al proprio cane nuovi comportamenti, senza coercizioni ed attraverso l’uso del rinforzo positivo. Questo è il libro dei “come”. Un must. Puoi ordinarlo qui.
Libro n. 3:
Nella mente del tuo cane, di Pamela Reid.
In questo libro Pamela Reid spiega chiaramente come e perché sia sbagliato pretendere “l’obbedienza” dal proprio cane, mentre è possibile -attraverso gli strumenti offerti dal rinforzo positivo e da una maggiore comprensione dei meccanismi di apprendimento- insegnare al cane i comportamenti desiderati. E’ un testo molto interessante, soprattutto per chi vuole approfondire il tema del rinforzo positivo e di come sia nato e si sia evoluto. Puoi ordinarlo qui.
Buona lettura e buon viaggio sulle spalle dei giganti.
Namasté
Marco Benini
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